IL TRADIMENTO HA IN SÉ IL GERME DEL PERDONO

Così come la fiducia conteneva il seme del tradimento, il tradimento contiene in sé il seme del perdono. Ma il perdono è talmente difficile da dare, che probabilmente c’è bisogno della collaborazione dell’altro, di colui che ha tradito. Voglio dire che l’offesa, se non è ricordata da entrambi gli interessati (e ricordata come offesa), ricade tutta su colui che è stato tradito. Se è solo il tradito a percepire l’offesa, mentre l’altro ci passa sopra con razionalizzazioni, allora il tradimento continua, anzi si accentua. Questa elusione in malafede di ciò che è realmente accaduto è, di tutte le piaghe, la più bruciante per il tradito. Il perdono diventa più difficile; il risentimento cresce, perché il traditore non si assume la sua colpa e non prende con onestà coscienza del proprio atto. Jung ha detto che il senso dei nostri peccati è che dobbiamo assumerceli, vale a dire non dobbiamo scaricarli sugli altri perché li portino per noi. Per assumersi i propri peccati, bisogna prima riconoscerli, e riconoscere la loro brutalità. James Hillman, in Puer aeternus

Questa riflessione sul perdonare il tradimento è condivisa pienamente dal mio punto di vista professionale

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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IL TRADIMENTO DELLA PROPRIA SOLITUDINE

“Tradire la propria solitudine è tradire se stessi e tradire la propria solitudine può rivelarsi estremamente pericoloso. Si cerca un altro, un punto esterno a noi, per soffocare la tristezza, per avvolgere la solitudine: prevalgono la paura e l’ansia… Non c’è nulla di patologico nel cercare incoraggiamento nell’amicizia e nell’amore degli altri, direi anzi che si tratta di una manifestazione di piena salute; è di altro, però che stiamo parlando, dell’incapacità totale di fondare la propria esistenza intorno a un centro interiore e della compulsione a riempire sempre il proprio vuoto con punti di riferimento esterni, siano essi gli altri, il lavoro, le droghe e ogni altra forma di ‘addiction’. Il tradimento che questo modo di vita sottende si caratterizza come duplice: in primo luogo viene tradito il pianto dentro di noi, il pianto che si sforza penosamente di comunicarci qualcosa, proprio come un bambino inascoltato; in secondo luogo vengono traditi gli altri, quelli cui ci rivolgiamo per farci “riempire” un pò: in questo caso infatti per noi interessante è non tanto l’altro, con la sua umanità, ma il fatto che egli ci possa gratificare con la sua prestazione di presenza. Ci interessa soltanto soverchiare la tristezza con il rumore.” Aldo Carotenuto, da Amare Tradire

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IL VERO TRADIMENTO È POSSIBILE LI DOVE VI È FIDUCIA

La fiducia ha in sé il germe del tradimento. Il serpente era nel Giardino fin dal principio, proprio come Èva era già preformata nella struttura che circonda il cuore di Adamo: la fiducia e la possibilità di tradire nascono nello stesso istante. Quando in una unione esiste la fiducia, il rischio del tradimento diviene una possibilità reale con cui vivere continuamente e quindi è parte della fiducia, proprio come il dubbio è parte della fede vivente.

Sembra quasi dal racconto biblico che Dio abbia riconosciuto di non essere bastante per l’uomo e che a questo era necessario qualcosa di più adatto di Lui stesso. Era necessario creare Èva, evocarla, trarla fuori dall’uomo… ed essa portò alla rottura della fede primaria con il tradimento. L’Eden era distrutto e cominciava la vita. Secondo questa interpretazione del racconto, la situazione di fiducia primaria non favorisce la vita: se Dio e la creazione non erano sufficienti per Adamo ed era necessaria Èva, questo significa che il tradimento era necessario. Sembra che il tradimento e la cacciata fossero l’unica via per uscire dal Giardino, come se il calice della fiducia non potesse essere trasformato in altro modo. Ci troviamo così di fronte ad una verità essenziale sulla fiducia e sul tradimento: l’uno contiene l’altro. Non è possibile avere fiducia senza la possibilità del tradimento. E’ la moglie che tradisce il marito, il marito che inganna la moglie; sono i compagni e gli amici che deludono; è l’amante che usa l’amico per raggiungere il potere; è l’analista che scopre i segreti del paziente; è infine il padre che lascia cadere il figlio. La promessa fatta non è mantenuta, la parola data viene mancata, la fiducia diviene inganno. Il tradimento ci viene proprio da quei rapporti dove la fiducia primaria è possibile. Noi possiamo essere veramente traditi solo quando ci fidiamo veramente — da fratelli, amanti, mogli, mariti, e non da nemici o da estranei. Più grandi sono l’amore, la lealtà, l’impegno, l’abbandono, e maggiore è il tradimento. Vivere o amare solo quando ci si può fidare, quando si è sicuri ed accolti, quando non si può essere abbandonati o feriti, quando ciò che è stato espresso in parole è impegnativo in eterno, significa essere fuori dalle vie del male e quindi fuori della vita reale.” James Hillman, da Puer aeternus: tradimento e perdono

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IL TRADIMENTO BIANCO REALE E VIRTUALE

Il termine “tradimento bianco” o anche micro -cheating (piccolo inganno) si riferisce a un tipo di infedeltà coniugale o romantica che, pur non coinvolgendo necessariamente un contatto fisico o una relazione sessuale, include comunque una serie di comportamenti considerati sleali o dannosi per la relazione. Questi possono includere:

1. Comunicazioni intime: Mantenere conversazioni segrete o intime con qualcun altro.
2. Emozioni: Sviluppare sentimenti romantici per un’altra persona.
3. Segretezza: Nascondere aspetti significativi della propria vita al partner.
4. Investimento emotivo: Dedica di tempo ed energie emotive a qualcun altro, sottraendole alla relazione primaria.

Il “tradimento bianco” viene spesso percepito come una violazione della fiducia e dell’impegno emotivo, anche se non comporta atti fisici di infedeltà.

Questo tipo di tradimento si esplicita soprattutto sui social media e si riferisce a comportamenti considerati sleali o dannosi all’interno di una relazione sentimentale, che avvengono attraverso piattaforme online. Ecco alcuni esempi di come può manifestarsi:

1. Messaggistica privata: Mantenere conversazioni intime o flirtare con altre persone tramite messaggi privati, che il partner non conosce.
2. Like e commenti: Mettere like o commentare in modo suggestivo o flirtante su post di altre persone.
3. Condivisione eccessiva: Condividere aspetti personali o intimi della propria vita con qualcuno che non sia il partner.
4. Segretezza: Nascondere l’attività online al partner, cancellando messaggi o conversazioni per evitare che vengano scoperti.
5. Tempo e attenzione: Investire molto tempo ed energia emotiva nelle interazioni sociali online con qualcun altro, a scapito della relazione primaria.

Anche in questo caso questi comportamenti possono erodere la fiducia e l’intimità nella relazione, generando sentimenti di insicurezza, gelosia e tradimento, anche se non vi è un tradimento fisico.

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ELOGIO DEL TRADIMENTO

CONTRIBUTO INVIATO DA UNA VISITATRICE DEL SITO

Fa discutere e impegna pensate se non ci fosse…
E’ stato ” creato ” per stimolare ampliare e sostenere I sentimenti profondi.
Ognuno vi partecipa ognuno ha da dire e dare quando c’è in ” ballo ” la danza del tradimento. E’ un ritmo che gira a 360° gradi. Rimescola si alterna propone fa vivere e spesso rende anche più belli.
Di volta, quando non c’è, si ricorre al mezzo che più ci affascina; si ricorre alla invenzione e purtroppo, capita che, tra una cosa e l’altra, si finisce col negare.
Neghiamo chi siamo mentre proponiamo l’altro e l’altro è sempre il nemico, colui che ci fa del male.
Il tradimento in sostanza fonda un’attività psichica che ci rende molto meno passivi sui sentimenti di coppia i quali potrebbero ammuffire, quindi, ben venga questa nota dolente tanto poi si sa che la mente umana ha in sè poteri utili al suo sviluppo e se questo è il percorso che ha scelto non si può ne si deve evitarlo.
Il peggio di un ” peccato ” è rimangerselo, nasconderlo; il peggio, quando il peggio è di norma realtà di fatto, è non capire non vedere non sentire che a tradire non è l’altro, siamo noi.
E’ un carattere altruistico colui che propone e lo fa tradendo l’altro lo fa per nutrire per impegnare lo fa per un vincolo affettivo. Lo fa per amore.
In realtà, la grande maggioranza della gente sia uomini che donne ammettono il tradimento dell’altro come se si trattasse di una forma di ” riparo ” ma qualunque sia il peso o le motivazioni che spingono in quella direzione l’importanza di capire trascende dal bisogno.
Un uomo non è un uomo senza tradimento e le donne esigono che il proprio compagno abbia almeno una volta una nemica da combattere. Per la donna si tratta di tutt’altro.
Si dice che la donna tradisce per bisogno affettivo e quando si ritrova in una tipica situazione – malgrado si ammetti di aver cercato invano di resistervi – in contrasto sublima ciò che lei vorrebbe vivere. L’idea quindi di un’altra donna piangente o comunque di manomettere in senso realistico – incorporando – se stessa vittima e giustiziere, in profondo, in modo sadico ma non del tutto cosciente.

Il tradire comunque non è solamente l’idea di una rottura, la quale, quasi mai, arriva a concludersi in questo modo, come ho anticipato è una scelta una delle più accanite decisioni.
Aiuta a rinvigorire e riesce a sostenere l’unità in sè.
Senza il tradimento l’umanità non potrebbe sopravvivere.
E’ l’attività della mente, quella più antica, la forza di una costituzione organica e psichica a tutti gli effetti.
Eppure, se chiamiamo ” tradimento ” la conquista di noi stessi c’è rischio di trovarsi in serie difficoltà col mondo che ci circonda.
Ma sono poi tutte forme di tradimento intese in questo senso?
E’ possibile che vi sia dell’altro.
Dobbiamo riservare la parola ” tradimento ” a una particolare unione con se stessi, associarla a una virtù idealistica che si vuole vivere la propria situazione e come sempre la risposta a questo dubbio può essere solo arbitraria.
Mi riferisco al tradimento come ad una matura consapevolezza di sè e che ciò sia in grado di risolvere e non distruggere una relazione sia di coppia che di altra forma di unione.

Il tradire si ritiene sia come tutti dicono, un tradire la compagna/o ma vi sono tante forme e diverse situazioni in cui il tradire diventa percorso e sviluppo. Vi sono unioni di figli verso i genitori e di genitori verso i figli, di amicizie, di religioni, ciò che conta è sapere a quale tipo di unione ci si sente meno legati e quando si è ben certi agire su quel modello caratteriale di cui sopra.
Esiste una realtà anche in questa generazione attuale; esiste e fa la differenza tra i diversi criteri utilizzati in passato.
Nelle odierne ” democrazie ” parlare in termini di tradimenti personali non suscita più timori.
La gente parla di sè ammettendo di conoscersi profondamente.
Dice che non accetta alcun tipo di tradimento e lo fa con argomentazioni prevalentemente conformate.
L’unione col gregge del conformismo è di prassi un percorso abituale.
Bisogna mantenersi uniti la paura di restare isolati obbliga ad un adattamento per questa ragione, spesso, l’anticonformismo speculatorio viene indotto e sorregge non al di fuori ma propriamente all’interno ove i livelli più elevati si
” condensano ” con i consensi generali.
L’anticonformista dunque è l’essere che più si adatta e che si mantiene seguendo una sua logica che non è quasi mai differente quasi mai innovativa quasi mai creativa.

Il tradimento, è questa l’arma la più invincibile.
E’ come un uragano a ” ciel sereno ” non imbroglia, libera le tossine acide altrimenti si che si rischierebbe la follia.
IL tradire è consigliabile a tutta quella gente che se ne resta inerme. Agli obesi innanti tutto, a quelli che si danno come uomini di gran potere. A quei religiosi fanatici. Ai politici freddi e calcolatori. Agli imprenditori, ai commercianti, ai filosofi, ai rivenditori di parole che come me non hanno altro da aggiungere.
Tradire!
Tradire tutti e tutto!
TRadire come terapia di salute!
Tradire anche se stessi, in quel che si è creduto.
TRadire quell’amore innato perchè non c’è amore senza vitalità e questa ci viene data mediante i percorsi meno razionali.
Grazie per la presa di visione.
Un caro saluto a poi…

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

RIFLESSIONI SULLA FIGURA DELL’AMANTE

Le seguente riflessioni sulla figura dell’amante sono tratte dal libro di Honoré de Balzac , Fisiologia del matrimonio, edito da Einaudi. Nonostante tali considerazioni risalgono all’800 sono ancora attuali

LXVI In un amante il desiderio più volgare si manifesta sempre come lo slancio d’una ammirazione cosciente di sé.

LXVII Un amante ha tutte le qualità e tutti i difetti che un marito non ha.

LXVIII Un amante non soltanto dà vita a tutto, ma fa anche dimenticare la vita. Un marito non dà vita a niente.

LXIX Tutte le affermazioni di sensibilità di una donna sono sempre prese molto sul serio da un amante; là dove un marito fa spallucce, un amante va in estasi.

LXX Un amante non tradisce che con il suo comportamento il grado d’intimità al quale è arrivato con una donna sposata.

LXXI Una donna non sa perché ama, mentre un uomo è raro che non abbia un interesse per amare. Un marito deve cercare di scoprire questa segreta ragione d’egoismo perché per lui sarà la leva d’Archimede.

LXXII Un marito d’ingegno non sospetta mai apertamente che la moglie abbia un amante.

LXXIII Un amante ubbidisce a tutti i capricci d’una donna; poiché un uomo non è mai vile tra le braccia dell’amata, per piacerle ricorrerà a mezzi che spesso ripugnano a un marito.

LXXIV Un amante insegna a una donna tutto quello che il marito le ha tenuto nascosto.

LXXV Tutte le sensazioni che una donna fa provare all’amante le riceve a sua volta e, nello scambio, le ritornano sempre più intense, perché sono arricchite di quello che hanno dato e di quello che hanno ricevuto. E’ un commercio nel quale quasi tutti i mariti fanno fallimento.

LXXVI Un amante parla a una donna soltanto di ciò che può lusingarla mentre un marito, anche amandola, non può impedirsi di dare consigli che hanno tutta l’aria di rimproveri.

LXXVII Un amante procede sempre iniziando dall’amata e finendo a se stesso, il contrario avviene con i mariti.

LXXVIII Un amante ha sempre la preoccupazione di riuscire amabile. In questo sentimento vi è un principio di esagerazione che può sfociare nel ridicolo: bisogna saperne approfittare.

LXXIX Quando viene commesso un delitto, il giudice istruttore sa (a parte il caso d’un forzato che, rimesso in libertà, commetta un omicidio) che non esistono più di cinque persone che possano essere sospettate. E di qui parte per iniziare le indagini. Un marito deve ragionare come il giudice: non ci sono più di tre persone da sospettare nella società che frequenta quando vuol scoprire chi sia l’mante della moglie.

LXXX Un amante non ha mai torto.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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IL DILEMMA TRA FEDELTA’ ED INFEDELTA’

In questa bellissima e non banale canzone di Giorgio Gaber è presente “Il dilemma” tra fedeltà ed infedeltà, con la scelta della fedeltà come scelta d’amore. Segue, dopo il testo, un breve passaggio di un’intervista che Gaber rilascia a Minoli e che chiarisce bene la sua posizione al riguardo di questo tema. Al di là se si è d’ccordo o meno sul tutto, invito a riflettere analizzando bene testo della canzone ed intervista

Il Dilemma – 1981/1982

In una spiaggia poco serena
camminavano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo era forse più audace
più stupido e conquistatore
la donna aveva perdonato non senza dolore
il dilemma era quello di sempre
un dilemma elementare
se aveva o non aveva senso il loro amore.

In una casa a picco sul mare
vivevano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo è un animale quieto
se vive nella sua tana
la donna non si sa se è ingannevole o divina
il dilemma rappresenta
l’equilibrio delle forze in campo
perché l’amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un’antica usanza che suole aver la gente.

Lui parlava quasi sempre
di speranze e di paura
come l’essenza della sua immagine futura
e coltivava la sua smania
e cercava la verità
lei l’ascoltava in silenzio
lei forse ce l’aveva già
anche lui curiosamente
come tutti era nato da un ventre
ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa.

In un giorno di primavera
quando lei non lo guardava
lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova
e ancora oggi non si sa
se era innocente come un animale
o se era come instupidito dalla vanità
ma stranamente lei si chiese
se non fosse un’altra volta il caso
di amare e di restar fedele al proprio sposo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
con le parole che ognuno sa a memoria
sapevan piangere e soffrire
ma senza dar la colpa
all’epoca o alla storia.

Questa voglia di non lasciarsi
è difficile da giudicare
non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere
ai momenti di abbandono
alternavano le fatiche
con la gran tenacia che è propria delle cose antiche.

E questo il succo di questa storia
per altro senza importanza
che si potrebbe chiamare appunto resistenza
forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore e il culto del coraggio
e rifiutarono decisamente
la nostra idea di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare
non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera come la famiglia.

Io ci vorrei vedere più chiaro
rivisitare il loro percorso
le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso
vorrei riuscire a penetrare
nel mistero di un uomo e di una donna
nell’immenso labirinto di quel dilemma.

Forse quel gesto disperato
potrebbe anche rivelare
come il segno di qualcosa che stiamo per capire…

Audio Intervista dal minuto 37’35” fino alla fine:

MINOLI. Stiamo ascoltando una canzone tua e di Sandro Luporini del 1981, Il Dilemma, nello spettacolo Anni Affollati, da dove viene? Da quale sentimento è nata? Da quale sguardo sulla realtà? 39’32’’

GABER. Ma… non è mai eccessivamente chiaro come nascono le cose, forse il desiderio di raccontare una storia o forse come una reazione a un atteggiamento dell’epoca. Ecco, io direi che spesso noi abbiamo questo desiderio di intervento, non tanto l’idea di fare una bella canzone, ma una canzone che in quel momento abbia un senso, un significato… veniamo da tutti gli anni 70’ che in qualche modo rappresentano un periodo di grande… di grande libertà sentimentale e quindi c’era una specie di rifiuto della coppia o della famiglia che allora si chiamava piccolo borghese, forse si chiama ancora ora … quel tipo di famiglia nella quale in fondo in qualche modo siamo cresciuti tutti, no? Aveva sicuramente dei limiti e rischiava di diventare oppressiva, poco ariosa, e comunque certamente con degli aspetti formali un po’ ipocriti, ecco, questo sicuramente, quindi a quel punto reazione! Avviene quasi sempre, che le reazioni siano, come dire, un cambiamento esagerato, una trasgressione totale, ecco, non si riesce mai a tenere quello che c’è di buono nelle cose e quindi si va dall’altra parte, una specie di gioco al rimbalzo, o di qua o di là. In quel caso, questa specie di infatuazione dell’amore, ecco, questa specie di trionfo dell’amore, questo continuare ad innamorarsi secondo noi sottintendeva anche forse una minor capacità di amare. La difficoltà ad approfondire dei rapporti… Allora, l’aspetto è un po’ infantile, cioè è chiaro che il momento dell’innamoramento, dell’inizio delle cose, è esaltante, ognuno ha una serie di gratificazioni sul piano dell’accettazione ci si scambia cose anche significative, per carità, ma poi questo tipo… questo aspetto così entusiasmante finisce, quindi, in qualche modo, la coppia si ritrova a una normalità che è faticosa evidentemente più impegnativa anche più come dire… che richiede più responsabilità e quindi a questo punto la capacità di andare a fondo in un rapporto e quindi in una sorta di trasformazione più profonda di questo progetto, un grande progetto che può essere anche quello di fare dei figli, quindi un progetto non certo indifferente, naturalmente richiede fatica e si preferisce continuare a innamorarsi per non arrivare al nocciolo della questione che è quello di prendere un impegno serio con l’altra persona e cercare di portarlo più in là possibile … per carità, non è che uno dice tutta la vita, deve essere no… in qualche modo prendersi le proprie responsabilità.

MINOLI. Nella canzone usate la parola resistenza.

GABER. Sì ecco la parola resistenza è proprio il desiderio di resistere a questi… mi pare che si dica nella presentazione… brividini … a questa sensazione, secondo me del tutto infantile, questo desiderio di essere accettati continuamente, questo bisogno di conferme, questo bisogno in qualche modo di esaltarsi nell’innamoramento e quando questo cade, dici, va beh dividiamoci facciamo un’altra famiglia, 5,6,10, benissimo a quel punto lì uno dice ma…ecco era questa la domanda della canzone, ma siamo ancora capaci di amare o invece facciamo finta proprio in questo trionfo dell’amore di avere grandi capacità ma non ne abbiamo… ecco questa è la domanda della canzone.

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LA LETTERATURA DEL TRADIMENTO

Denis de Rougement è stato chiaro: “Senza l’adulterio, che ne sarebbe di tutte le nostre letterature?”. Identico il parere di un altro studioso quale Tony Tanner: “Forse è l’adulterio, con il suo triangolo instabile, piuttosto che il matrimonio, con la sua statica simmetria, ad essere la forma generativa della letteratura occidentale”. Queste due citazioni, vere colonne d’ Ercole, delimitano un tema che è alla base della nostra cultura. Passiamo a qualche esempio, cominciando da quell’ amore di Elena e Paride che condurrà alla distruzione di Troia. Dopo Omero (e la lunga parentesi dei costumi, talvolta molto liberi, della società romana), l’ adulterio ritorna a sfolgorare nel Medioevo. Se da un lato ci imbattiamo nella passione “privata” di Tristano e Isotta, dall’ altro incontriamo il legame interdetto fra Lancillotto e Ginevra, destinato a far crollare l’ordine della Tavola Rotonda. Ma l’ossessione prosegue incontrollabile, prima con Dante, che modella l’unione di Paolo e Francesca, poi con Shakespeare, che dedica all’ adulterio (sia pure solamente immaginario) Otello e Cimbelino. Tuttavia, dopo la pausa di un Settecento libertino e razionalista, sarà il XIX secolo a produrre quattro romanzi addirittura paradigmatici del tradimento sentimentale: Le affinità elettive di Wolfgang Goethe (1809), Madame Bovary di Gustave Flaubert (1857), Anna Karenina di Lev Tolstoj (1877) e Effi Briest di Theodor Fontane (1894). Di lì a poco, Henry James noterà: “È il matrimonio, dunque, quel che tu chiami il mostro?” Insomma, anche tralasciando la letteratura spagnola o la portoghese, non sarebbe azzardato definire l’Ottocento “il secolo d’ oro dell’adulterio”. È quanto propone Emilia Fiandra in un saggio dove spicca il capitolo “L’ Ottocento infelice”. Con ciò arriviamo a un punto cruciale: possibile che “il carattere intrinsecamente romanzesco dell’adulterio” debba portare sempre alla tragedia? La risposta sta in un paradossale articolo nel 1891, in cui Emile Zola si scagliò contro un progetto di legge sulla separazione, sostenendo che l’abolizione dell’adulterio avrebbe seriamente danneggiato i romanzieri… In effetti, se il tradimento esprime quella che Max Horkheimer chiamò la ribellione dell’eros contro l’autorità, tale trasgressione verrà meno con l’introduzione del divorzio. Al termine di questa parabola, troviamo infatti Coppie, un romanzo di John Updike del 1968, nel quale l’ infedeltà, con la moda dello scambio di partner, è decaduta a mero gioco mondano. Sparita l’indissolubilità matrimoniale, però, non sparirà il dolore del tradimento. Lo dimostra il capolavoro di Philip Roth, Pastorale americana (1997), a riprova di come l’adulterio sia un fuoco che non cessa di bruciare.

Maria Letizia Rotolo

Psicologa psicoterapeuta

Studi a Bologna: via Cellini 18, via Masserenti 472

3286852606

marialetizia.rotolo@homail.it

www.marialetiziarotolo.it

CITAZIONI SUL TRADIMENTO

Non sono turbato perché mi hai tradito, ma perché non potrò più fidarmi di te!
(Jim Morrison)

L’amore non muore mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità e di errori e tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o per opacità.
(Anaïs Nin)

Chi vuole tradire per indole tradisca. Chi vuole tradire perché si sente trascurato tradisca. Chi vuole tradire per noia tradisca. Chi vuole tradire per allegria tradisca. Chi vuole tradire per leggerezza tradisca. Chi vuole tradire per abitudine tradisca. Chi vuole tradire per troiaggine tradisca… Padroni … Ma ripeto e ripeto e ripeto ancora: chi ama non tradisce.
(Mina)

Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po’ di vita.
(Jim Morrison)

Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla.
(Erri de Luca)

Una donna che amiamo raramente basta a tutti i nostri bisogni, e la inganniamo con una donna che non amiamo.
(Marcel Proust)

Il vero tradimento non è avere un’altra persona, ma essere un’altra persona.
(losca71, twitter)

Il vero infedele è colui che ti ama solo con una frazione di sé e ti nega tutto il resto.
(Fabrizio Caramagna)

I giovani vorrebbero essere fedeli, e non lo possono; i vecchi vorrebbero essere infedeli, e non lo possono.
(Oscar Wilde)

L’adulterio è il modo più convenzionale per andare oltre il convenzionale.
(Vladimir Nabokov)

Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordello.
(Gabriel Garcia Marquez)

“Non vi siete sbagliato. Io ascolto voi e penso a lui. Lo amo, sono la sua amante, non vi posso sopportare, ho paura di voi, vi odio… Fate di me quel che volete” disse Anna Karenina. Aleksjéj Aleksandrovic non si mosse, non mutò la direzione dritta del suo sguardo. Ma tutto il suo volto acquistò a un tratto la solenne immobilità di un morto e quell’espressione non cambiò in tutto il tempo del cammino alla villa.
(Lev Tolstoj, Anna Karenina)

A proposito dell’adulterio: presto mi accorsi che non ero più il solo a condividere la fedeltà della mia sposa.
(Eugène Labiche)

Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista.
(Zygmunt Bauman)

Esaminava quel volto, cercando di non leggere quello che vi era scritto così chiaramente, e contro la sua volontà vi leggeva quello che non voleva sapere.
(Lev Tolstoj, Anna Karenina)

Dai grandi tradimenti hanno inizio i grandi rinnovamenti.
(Vasilij Rozanov)

Coloro che non sono fedeli conoscono i piaceri dell’amore; coloro che sono fedeli ne conoscono le tragedie.
(Oscar Wilde)

Qualcuno mi ha raccontato la deliziosa storia del crociato che ha messo una cintura di castità alla moglie e ha dato la chiave al suo migliore amico, per custodirla in caso di morte. Stava cavalcando da poche miglia, quando il suo amico, galoppando velocemente, lo raggiunse dicendo: “Mi hai dato la chiave sbagliata!”
(Anaïs Nin)

Il tradimento. Fin da piccoli il papà e il maestro ci dicono che è la cosa peggiore che si possa immaginare. Ma che cos’è questo tradire? Tradire significa uscire dai ranghi. Tradire significa uscire dai ranghi e partire verso l’ignoto.
(Milan Kundera)

Il più amoroso degli amanti sa che una sola persona non basta mai. E che anche lassù in cielo bisogna farsi una corte di angeli: una per cantare le lodi di Dio, una da stringere di notte.
(Fabrizio Caramagna)

Gli uomini e le donne non dormono tra di loro, ma con i ricordi, i rimpianti, le speranze di unioni di là da venire. I nostri adulteri sono interiori; approfondiscono la nostra solitudine.
(George Steiner)

Chi non sa contare fino a tre, lo impara nel matrimonio.
(Georges Courteline)

Il legame del matrimonio è così pesante che si deve essere in due per portarlo, spesso in tre.
(Alexandre Dumas padre)

Tradire significa smettere di essere dalla stessa parte, smettere di volere che l’altra persona stia bene, smettere di prendersi cura di lei.
(Michela Marzano)

È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della “tentazione della tentazione”. E’ lo stato dell”essere tentati” ciò che in realtà desideriamo, non l’oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un’apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un`imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente.
(Zygmunt Bauman)

Se non si lasciasse niente o nessuno, non ci sarebbe spazio per il nuovo. Forse ogni giorno dovrebbe prevedere almeno un’infedeltà essenziale o un tradimento necessario. Sarebbe un atto ottimista, un atto di speranza.
(Hanif Kureishi)

I tempi cambiano. Prima se tornava all’improvviso dovevi nascondere l’amante nell’armadio ora devi lanciare lo smartphone dalla finestra.
(Luilla_, Twitter)

I mariti non sono mai amanti così meravigliosi come quando stanno tradendo la moglie.
(Marilyn Monroe)

Se qualcuno giura fedeltà fino alla tomba, di solito non pensa alla propria tomba.
(Zarko Petan)

I “legami umani” sono stati sostituiti dalle “connessioni”. Mentre i legami richiedono impegno, “connettere” e “disconnettere” è un gioco da bambini.
(Zygmunt Bauman)

Quando il tradimento avviene all’interno di una coppia sposata, si parla di adulterio: un peccato punito gravemente dalla società, ma solo quando si tratta di un’adultera. Da sempre infatti vige una simpatica convenzione per cui quando chi tradisce è il marito, lui è un furbacchione e lei un’ingenua, mentre quando accade il contrario lui è un cornuto e lei una zoccola
(Giobbe Covatta)

La violenza che ci facciamo per rimanere fedeli a coloro che amiamo non vale meglio di un’infedeltà.
(François de La Rochefoucauld)

I mariti, se vogliono viver tranquilli, è necessario che credano le mogli fedeli, ciascuno la sua; e così fanno; anche quando la metà del mondo sa che il vero e tutt’altro.
(Giacomo Leopardi)

Nella fedeltà ci sono componenti di pigrizia, di paura, di calcolo, di tolleranza, di stanchezza e, qualche rara volta, di fedeltà.
(Etienne Rey)

Per un uomo l’idea della perfetta fedeltà a una donna è quella di “pensare sempre a lei” − anche quando sta baciando un’altra.
(Helen Rowland)

Come si fa a non cedere al fascino discreto del tradimento quando siamo tutti costantemente sollecitati non più solo sul luogo di lavoro, ma anche su Internet e i social network? Per Meg Barker, la soluzione è semplice. Visto che nessuno di noi può essere del tutto soddisfatto della persona che ci vive accanto, è molto meglio accettare la possibilità di un ménage à plusieurs che ostinarsi a difendere la fedeltà. Peccato che quando si ami una persona si desideri poi anche essere l’unico oggetto del suo amore. Peccato che il tradimento porti con sé molte conseguenze, anche quando si capisce perfettamente che l’ideale del grande amore eterno è solo una finzione romantica.
(Michela Marzano)

La fedeltà è per la vita sentimentale ciò che la coerenza è per la vita intellettuale: semplicemente la confessione di un fallimento.
(Oscar Wilde)

Donna, sii felice nella tua vita di coppia, te lo meriti. Vivi serena e appagata ogni giorno della tua vita. Fa in modo di trovare un uomo che sappia cucinare. Fa in modo di trovare un uomo che guadagni molto. Fa in modo di trovare un uomo che ti appaghi completamente. E soprattutto, donna, fa in modo che questi tre uomini non si incontrino mai.
(Flavio Oreglio)

Certe donne amano talmente il proprio marito che per non sciuparlo prendono quello delle loro amiche.
(Alexandre Dumas padre)

Ci sono donne la cui infedeltà è l’unico legame che le unisce ancora al marito.
(Sacha Guitry)

In molte case, un amante ha salvato un matrimonio in crisi.
(Giovenale)

Il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte.
(Umberto Galimberti)

La donna ideale deve soddisfare l’anima, lo spirito, i sensi. Non trovando riuniti i tre requisiti nella stessa persona è consentito il frazionamento.”
(Alessandro Morandotti)

Quando un adulterio va confessato? Quando si è certi che non sarà creduto.
(Roberto Gervaso)

Amare significa godere del godimento altrui”. Ecco lo spunto per una filosofia del becco contento.
(Italo Tavolato)

In amore, in quelli che il linguaggio imbecille si è fissato di chiamare tradimenti, non c’è, di tradimenti, neppure l’ombra: ci sono soltanto delle fedeltà alla vita.
(Guido Ceronetti)

Un matrimonio senza adulterio è come un’insalata senza condimento.
(Roberto Gervaso)

Il primo respiro dell’adulterio è il più libero; dopo, si sviluppano delle costrizioni che scimmiottano il matrimonio.
(John Updike)

L’adulterio è la rivincita della natura sulle leggi.
(André Prévot)

Adulterio: incollare altrove ciò che si è rotto in casa.
(Julien De Valckenaere)

Quando una donna dice: “Non capisco cosa mi sta succedendo” vuol dire che è già successo. Con un altro.
(Roberto Gervaso)

Fedeli sono coloro cui manca l’occasione di non esserlo.
(Alessandro Morandotti)

Al giorno d’oggi l’adulterio non si chiama più adulterio, ma sesso extraconiugale.
(Rosamunde Pilcher)

C’è più onore in tradire che in esser fedeli a metà.
(Giovanni Giudici)

La psicologia dell’adulterio è stata falsata dalla morale convenzionale, che esclude, nei paesi monogami, che l’attrazione per una persona possa coesistere con il serio affetto per un’altra. Tutti sanno che questo è falso.
(Bertrand Russell)

Non veniamo mai traditi da quelle che vorremmo …
(Sacha Guitry)

Le donne sopporterebbero più facilmente il fatto che i loro mariti tornino a casa tardi, se potessero essere sicure che non tornino prima.
(Colette)

E’ molto difficile far felice il proprio marito; è più facile far felice il marito di un’altra.
(Zsa Zsa Gabor)

Il nome della prima adultera? Moglie.
(Italo Tavolato)

Non l’eccesso di fiducia ma la carenza di fantasia rende all’uomo così difficile credere all’infedeltà della donna amata.
(Arthur Schnitzler)

Tradire. Ripagare per la fiducia accordata.
(Ambrose Bierce)

Negate tutto! Anche se vi trovano in evidente flagranza, negate sempre! Dite: “No, questa ragazza era qui sotto la mia porta e mi ha detto: “Scusi, ho la malaria, se si stende un attimo sopra di me sono sicura che guarirò”.
(Paolo Rossi)

Esser traditi in amicizia è molto peggio che esser traditi in amore.
(Oriana Fallaci)

Il marito di mia moglie e l’amante di mia moglie vivaddio coincidono!
(Fulvio Fiori)

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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