IL TRADIMENTO ONLINE, IN CHAT

L’amore ha sempre una proiezione immaginaria, per quanto possiamo crederlo tangibile e reale in un determinato momento. È sempre sul punto di compiersi, è il regno di quel che può essere. O anche di ciò che avrebbe potuto essere. Javier Marier, Quel che non si è compiuto

Internet non favorisce la comunicazione nella coppia. Ecco che di fronte ad incomprensioni, disagi e conflittualità fra partner, la tentazione è di “fuggire” nella vita virtuale.

Perché tentare di comprendere e di essere compresi, con tutte le difficoltà del caso, nel rapporto di coppia, quando c’è qualcuno, nella chat, con cui possiamo farlo senza difficoltà?

Ciò che nasce come amicizia virtuale, se sopraggiunge all’interno di un disagio di coppia, può diventare amore virtuale. Con la persona dell’altro sesso conosciuta in chat, ci si arriva a condividere, spesso, parti di se stessi, non partecipate neanche col partner. L’intimità amicale diventa sempre più affettiva e si arriva a “sostituire” affettivamente e quindi a tradire il proprio partner.

Quando possiamo parlare di tradimento? Escludiamo, ovviamente, il tradimento reale che si ha nel momento in cui la conoscenza dell’altro da virtuale diventa reale.

Ritengo che si possa parlare di un tradimento online quando il livello di “condivisione” virtuale coll’altro supera un determinato limite. Limite fra condivisione amicale e quella di coppia che non è uguale per tutti, ma muta a secondo delle persone e situazioni coinvolte.

Limite che, teoricamente, potremmo porre nel momento in cui il noi della coppia virtuale diventa preponderante rispetto alle singole individualità, che per quanto affini fra loro, intime, devono riuscire a mantenere una certa distanza affettiva.

Invece le entità dell’Io, del Tu e del Noi, sempre in bilico nella vita reale fra individualismi esasperati e fusioni totalizzanti, sul virtuale innescano una deriva fusionale, favorita dal gioco delle proiezioni reciproche sull’altro che è tipico delle relazioni online.

Nel momento in cui, nella relazione virtuale, il noi prende il sopravvento, la relazione da confidenziale, empatica, diventa passionale, nel senso che la presenza dell’altro in chat è attesa come s’attende una persona innamorata, quando la mancanza dell’altro, sempre in chat, diventa angoscia abbandonica, ecco che all’orizzonte si è profilato il tradimento.

Il web , la chat non vanno neanche demonizzati. Spesso il disagio di coppia è tale che il tradimento online può solo aver anticipato un tradimento reale che prima o poi si sarebbe verificato. Anzi, anche se raramente, può rappresentare un’opportunità di rottura di una relazione reale non più sana per se stessi.

Dott. Roberto Cavaliere

CONSULENZA

unadonnapersa Età: 36 Gent.mo dott. Cavaliere, innanzitutto vorrei ringraziarLa, perchè non è facile saper di poter contare su persone qualificate che ti aiutano senza scopo di lucro. Le illustrerò la mia situazione che è per me motivo di confusione e “buio” interiore. Ho avuto unalunga relazione iniziata più di 10 anni fa, ero allora ragazza, era la mia prima esperienza ed è subito stata importante. Frequentando quel ragazzo ora uomo ho subito sentito che sarebbe stato la persona con cui avrei voluto passare la mia vita, il papà dei miei figli…è iniziato un rapporto per certi aspetti difficile, perchè lui non aveva il coraggio di parlarmi di sue esperienze precedenti, perchè temeva di perdermi…io mi fidavo ciecamente di lui e nonostante le sue ammissioni, anche se venute molto dopo ho deciso che volevo continuare a stare con lui e continuare a fidarmi. E’ stato tutto bellissimo, tante scoperte insieme, tanti traguardi insieme, siamo cresciuti, maturati e abbiamo consolidato il nostro amore..Nel tempo, la mancanza di fiducia che io avevo nei suoi confronti, dovuta alle menzogne iniziali, mi ha portato a soffocarlo, la mia gelosia era diventata ossessiva, e penso che questo lo abbia bloccato nelle relazioni col mondo esterno, anche se forse inizialmente lui non gli aveva dato peso. Nell’ultimo anno le cose sono andate affievolendosi, il nostro amore, il dialogo, la passione, sembrava tutto essere “blando”…credo che lui non mi volesse più come prima, che era cambiato ed erano cambiate le sue esigenze. Circa un paio di mesi fa ho conosciuto un altro uomo in chat che ha fatto cadere la mia corteccia e mi ha restituito delle emozioni…mi sono sentita amata, ho capito di essere ancora in grado di amare e per me questo è diventato irrinunciabile. Sento di essere legato a quest’uomo che è entrato nella mia vita, mi piace che mi voglia così come sono, che mi faccia sentire “speciale”, che mi ha fatto di nuovo sognare anche se solo in chat o in qualche telefonata. Nel frattempo il mio lui si è “risvegliato”, ha scoperto la mia pseudo relazione ed è come se qualcosa si fosse riacceso in lui…forse nel momento in cui ha capito di avermi persa si è reso conto di volermi ancora con sè. Abbiamo parlato per settimane, lui mi ha rinfacciato vecchi rancori del passato,il suo senso di soffocamento dovuto alle mie insicurezze nei suoi confronti, il suo disagio nei rapporti con gli altri…ed io ho capito di amarlo ancora,e di aver ritrovato tutti i miei sentimenti per lui. ora però sono confusa, perchè non riesco a troncare la nuova relazione, che penso potrebbe crescere, evolversi, ma so di amare il mio compagno e di non poter far a meno di lui, perchè la vita per me senza lui sarebbe priva di senso…lo guardo negli occhi e la mia forza, la mia ispirazione anche nell’esprimermi con l’altro della chat, viene da lui, dall’amore che prova per me e che io sento fortissimo dentro di me…Eppure non riesco a lasciarmi andare…ho paura che tutto torni come prima quando lui era assopito e sembrava non accorgersi di me,non riesco a diimostrargli che lo amo ancora, anche se ho tradito la sua fiducia, anche se, nonostante le mie promesse e le mie garanzie che sarei stata sempre sincera, gli ho mentito impunemente.Ora ci siamo lasciati anche se difatto continuiamo a stare insieme, ci amiamo tanto, quando riusciamo ad essere sereni mi rendo conto che tra noi c’è un affiatamento ed una complicità rare da trovare, ma con quali basi possiamo ricominciare? Ci guardiamo negli occhi e lui sa di non potersi fidare di me, ha paura che io possa ricommettere gli stessi errori, ed io? so che è entrata un’altra persona nella mia vita e non riesco a chiarirmi il ruolo che lei ricopre….questa nuova persona crede molto nel nostro rapporto e nella possibilità di stare insieme, io non credo più nel mio futuro ed in ogni altra relazione…eppure sento di amare il mio grande amore infinitamente…e non saprei neanche spiegarle il perchè…è una corrente irrazionale e fortissima …

Rompa gli indugi e cerchi di recuperare il rapporto col suo ex. Ciò per diversi motivi. Innanzitutto per l’amore che ancora prova nei suoi confronti. Perchè il calo di passione che c’era stato è normale ed anche ricorrente in una relazione stabile e duratura. Perchè tradire con la mente (ciò che è avvenuto con la chat) è un tradimento senza il “passaggio all’atto”. Perchè le relazioni che nascono in chat, il più delle volte s’infrangono nel momento in cui si viene a contatto con la persona reale. E sopratutto nel prendere la decisione non abbia paura di pentirsene in futuro, a condizione che rimposti la relazioni su base nuove, facendo tesoro di ciò che è successo durante questa crisi. Cordiali saluti.

Grazie davvero dottore.Ho troncato la relazione della chat con grande sofferenza. L’altro sente di non poter rinunciare a me perchè sono la donna della sua vita e sente che il nostro è un grande amore.Io ora mi sento spento, mi riaccendo soltanto se lui mi manda dei messaggi a cui ho deciso di non rispondere. Sono innamorata del mio compagno eppure…mi sento vuota

Il vuoto che avverte è normale. La relazione in chat l’ha riempita affettivamente, l’ha portata “tre metri sopra il cielo”. Ma è la vita reale che và trasformata in sogno. Faccia tesoro dell’esperienza in chat, per replicarla il più possibile col suo compagno. Saluti

TESTIMONIANZA

Delusa Età: 25 Ho postato la mia storia..dove possibile..per ricevere più risposte possibili.. davvero ho bisogno d’aiuto.. stavo vivendo una bellissima storia..con una persona per me perfetta..purtroppo ultimamente per impegni reciproci..per lavoro..si stava in una situazione in cui tutti i giorni si trovava modo di litigare..e si era entrato in un circolo vizioso in cui io scattavo in scenate per ogni minima cosa.. e lui di conseguenza si stancava e mi sentiva “pesante”..io continuavo a prendere ogni cosa in negativo..lo ammettolo assillavo..trattavo male..fino a che un giorno..non lo trovo al telefono mi insospettisco..e vado sotto casa sua..scopro al suo ritorno..che si è visto con un’altra..perchè dice lui “SENTITO DISPREZZATO E RIFIUTATO” mi ha poi detto di aver conosciuto questa persona in chat e di averla vista una sola volta..quella sera..e senza che sia successo niente..sul momento ha avuto crisi di pianto..addossandosi tutte le colpe..che è un suo problema..che io sono perfetta..che lo ha fatto senza motivo..ecc..il giorno dopo mi dice che tutto è successo per il periodo che stavamo passando e per i miei comportamenti sbagliati..a questo punto la mia situazione è difficile..io non sò che fare..perchè da una parte mi sento in colpa..dall’altra non mi sento di giustificarlo completamente..ma quel che è peggio..ho paura che perdonare questo episodio..significhi condannarmi a una vita con una persona tendente al tradimento..quindi a soffrire di nuovo..e doppiamente..sono disperata non sò che fare..lo amo tanto..ma non sono convinta che non lo faccia mai più..e ho tanta paura..

fanny68 Età: 40 Salve ho 40 anni da 20 sposata e ho 2 figli, una ragazzadi 20 e un ragazzo di 17.Da bambina sono sempre stata iper protetta dai miei perchè avendo avuto problemi di salute fin dalla nascita avevano paura per me e mi consideravano una bambina debole…sono rimasta incinta del primo figlio prima del matrimonio, nella famiglia di mio marito ho trovato molta ostilità nei miei confronti…io credo perchè provengo da una famiglia di origini umili e non benestanti. credevo che mio marito mi amasse ma 4 anni fà ho scoperto che si sentiva a telefono con una ragazza conosciuta in chat molto più giovane di me… in pratica una studentessa universitaria…da lì non sono più stata bene….una insicurezza angosciante mi prende dentro… mi sento brutta nonostante ancora qualcuno mi guarda, tremo quando devo scrivere in presenza di qualcuno,( questo mi turba molto perchè lavoro in ufficio) e ho una paura incredibile dirimanere sola, di essere abbandonata, tra lui e la studentessa non è andataoltre le telefonate perchè io li ho scoperti, la domanda che mi faccio dentroè..che cosa sarebbe successo se non li avrei scoperti? ora ho tanta voglia di ritrovare la mia serenità e la mia allegria di un tempo.. sono triste piango enon riesco più ad essere sicura in mezzo alle persone. Non so se il mio sentimento verso di mio marito è amore…sicuramente tanta rabbia, vorrei che anche lui provasse il dolore fitto che da 4 anni provo nelcuore.Aiutatemi vi prego….

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype) tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

IL TRADIMENTO “PLATONICO”

“Si puo’ definire tradimento solo quell’azione o successione di azioni che rompe una relazione fiduciaria volontaria e consapevole. Ovviamente si puo’ gocare sul malinteso, si puo’ negare a posteriori l’esisteza di una relazione fiduciaria per liberarsi dal senso di colpa e dalle conseguenze del tradimento, ma cio’ esula da un tentativo di lettura sociologica del tradimento. …Il tradimento dell'(apostolo) Pietro mostra che e’ sempe in agguato la possibilita’ di essere traditi, ma anche quell di diventare traditori. Non solo non possiamo giurare sul comportamento dell’altro, se non per fiducia cieca o per atto di fede, ma non possiamo mai sinceramente e onestamente neppure giurare su noi stessi poiche’ nessuno puo’ predire quanto e come l’incontro con l’altro ci mutera’, ne’ cosa creeremo insieme all’altro.” – G. Turnaturi

Tradire platonicamente, vale a dire senza consumare nessun incontro sessuale, può essere considerato tradimento ?

Culturalmente e socialmente, il tradimento platonico è condannato maggiormente dalle donne che sono legate più alla sfera dell’affettività, quindi l’idea che il proprio uomo possa amare un’altra le devasta più di un tradimento fisico.

Gli uomini, al contrario, più legati al possesso corporeo della donna, sono maggiormente colpiti dal tradimento fisico.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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IL DILEMMA TRA FEDELTA’ ED INFEDELTA’

In questa bellissima e non banale canzone di Giorgio Gaber è presente “Il dilemma” tra fedeltà ed infedeltà, con la scelta della fedeltà come scelta d’amore. Segue, dopo il testo, un breve passaggio di un’intervista che Gaber rilascia a Minoli e che chiarisce bene la sua posizione al riguardo di questo tema. Al di là se si è d’ccordo o meno sul tutto, invito a riflettere analizzando bene testo della canzone ed intervista

Il Dilemma – 1981/1982

In una spiaggia poco serena
camminavano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo era forse più audace
più stupido e conquistatore
la donna aveva perdonato non senza dolore
il dilemma era quello di sempre
un dilemma elementare
se aveva o non aveva senso il loro amore.

In una casa a picco sul mare
vivevano un uomo e una donna
e su di loro la vasta ombra di un dilemma
l’uomo è un animale quieto
se vive nella sua tana
la donna non si sa se è ingannevole o divina
il dilemma rappresenta
l’equilibrio delle forze in campo
perché l’amore e il litigio sono le forme del nostro tempo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
come una cosa normale e ricorrente
perché morire e far morire
è un’antica usanza che suole aver la gente.

Lui parlava quasi sempre
di speranze e di paura
come l’essenza della sua immagine futura
e coltivava la sua smania
e cercava la verità
lei l’ascoltava in silenzio
lei forse ce l’aveva già
anche lui curiosamente
come tutti era nato da un ventre
ma purtroppo non se lo ricorda o non lo sa.

In un giorno di primavera
quando lei non lo guardava
lui rincorse lo sguardo di una fanciulla nuova
e ancora oggi non si sa
se era innocente come un animale
o se era come instupidito dalla vanità
ma stranamente lei si chiese
se non fosse un’altra volta il caso
di amare e di restar fedele al proprio sposo.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
con le parole che ognuno sa a memoria
sapevan piangere e soffrire
ma senza dar la colpa
all’epoca o alla storia.

Questa voglia di non lasciarsi
è difficile da giudicare
non si sa se è cosa vecchia o se fa piacere
ai momenti di abbandono
alternavano le fatiche
con la gran tenacia che è propria delle cose antiche.

E questo il succo di questa storia
per altro senza importanza
che si potrebbe chiamare appunto resistenza
forse il ricordo di quel Maggio
gli insegnò anche nel fallire
il senso del rigore e il culto del coraggio
e rifiutarono decisamente
la nostra idea di libertà in amore
a questa scelta non si seppero adattare
non so se dire a questa nostra scelta
o a questa nostra nuova sorte
so soltanto che loro si diedero la morte.

Il loro amore moriva
come quello di tutti
non per una cosa astratta come la famiglia
loro scelsero la morte
per una cosa vera come la famiglia.

Io ci vorrei vedere più chiaro
rivisitare il loro percorso
le coraggiose battaglie che avevano vinto e perso
vorrei riuscire a penetrare
nel mistero di un uomo e di una donna
nell’immenso labirinto di quel dilemma.

Forse quel gesto disperato
potrebbe anche rivelare
come il segno di qualcosa che stiamo per capire…

Audio Intervista dal minuto 37’35” fino alla fine:

MINOLI. Stiamo ascoltando una canzone tua e di Sandro Luporini del 1981, Il Dilemma, nello spettacolo Anni Affollati, da dove viene? Da quale sentimento è nata? Da quale sguardo sulla realtà? 39’32’’

GABER. Ma… non è mai eccessivamente chiaro come nascono le cose, forse il desiderio di raccontare una storia o forse come una reazione a un atteggiamento dell’epoca. Ecco, io direi che spesso noi abbiamo questo desiderio di intervento, non tanto l’idea di fare una bella canzone, ma una canzone che in quel momento abbia un senso, un significato… veniamo da tutti gli anni 70’ che in qualche modo rappresentano un periodo di grande… di grande libertà sentimentale e quindi c’era una specie di rifiuto della coppia o della famiglia che allora si chiamava piccolo borghese, forse si chiama ancora ora … quel tipo di famiglia nella quale in fondo in qualche modo siamo cresciuti tutti, no? Aveva sicuramente dei limiti e rischiava di diventare oppressiva, poco ariosa, e comunque certamente con degli aspetti formali un po’ ipocriti, ecco, questo sicuramente, quindi a quel punto reazione! Avviene quasi sempre, che le reazioni siano, come dire, un cambiamento esagerato, una trasgressione totale, ecco, non si riesce mai a tenere quello che c’è di buono nelle cose e quindi si va dall’altra parte, una specie di gioco al rimbalzo, o di qua o di là. In quel caso, questa specie di infatuazione dell’amore, ecco, questa specie di trionfo dell’amore, questo continuare ad innamorarsi secondo noi sottintendeva anche forse una minor capacità di amare. La difficoltà ad approfondire dei rapporti… Allora, l’aspetto è un po’ infantile, cioè è chiaro che il momento dell’innamoramento, dell’inizio delle cose, è esaltante, ognuno ha una serie di gratificazioni sul piano dell’accettazione ci si scambia cose anche significative, per carità, ma poi questo tipo… questo aspetto così entusiasmante finisce, quindi, in qualche modo, la coppia si ritrova a una normalità che è faticosa evidentemente più impegnativa anche più come dire… che richiede più responsabilità e quindi a questo punto la capacità di andare a fondo in un rapporto e quindi in una sorta di trasformazione più profonda di questo progetto, un grande progetto che può essere anche quello di fare dei figli, quindi un progetto non certo indifferente, naturalmente richiede fatica e si preferisce continuare a innamorarsi per non arrivare al nocciolo della questione che è quello di prendere un impegno serio con l’altra persona e cercare di portarlo più in là possibile … per carità, non è che uno dice tutta la vita, deve essere no… in qualche modo prendersi le proprie responsabilità.

MINOLI. Nella canzone usate la parola resistenza.

GABER. Sì ecco la parola resistenza è proprio il desiderio di resistere a questi… mi pare che si dica nella presentazione… brividini … a questa sensazione, secondo me del tutto infantile, questo desiderio di essere accettati continuamente, questo bisogno di conferme, questo bisogno in qualche modo di esaltarsi nell’innamoramento e quando questo cade, dici, va beh dividiamoci facciamo un’altra famiglia, 5,6,10, benissimo a quel punto lì uno dice ma…ecco era questa la domanda della canzone, ma siamo ancora capaci di amare o invece facciamo finta proprio in questo trionfo dell’amore di avere grandi capacità ma non ne abbiamo… ecco questa è la domanda della canzone.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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LA SCOPERTA DI UN TRADIMENTO

Che cos’è questo tradire? 
Tradire significa uscire dai ranghi. 
Tradire significa uscire dai ranghi e partire verso l’ignoto.
(Milan Kundera)

In questo  video tratto dal film “L’ultimo bacio” è sintetizzato perfettamente, più di qualsiasi testo, qual’è la reazione classica  alla scoperta di un tradimento.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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IL TRADIMENTO

Il tradimento ci pone di fronte alla più grande tragedia dei rapporti umani: l’inconoscibilità dell’altro. G. Turnaturi

L’affermazione della sociologa Turnaturi evidenzia come il “tradimento” coincida, spesso, colla presa d’atto, da parte del tradito che l’altro è un individuo che presumevamo di conoscere ma che si manifesta invece in tutta la sua inconoscibilità. Il tradimento pone di fronte alla presa di coscienza dell’individualità di ognuno di noi e della precarietà di ogni relazione umana, indipendentemente dalla sua durata e dal profondità del legame instaurato. Baumann al riguardo afferma:

Finché dura, l’amore è in bilico sull’orlo della sconfitta. Man mano che avanza dissolve il proprio passato; non si lascia alle spalle trincee fortificate in cui potersi ritrarre e cercare rifugio in caso di guai. E non sa cosa lo attende e cosa può serbargli il futuro. Non acquisterà mai fiducia sufficiente a disperdere le nubi e debellare l’ansia. L’amore è un prestito ipotecario fatto su un futuro incerto e imperscrutabile.

Ciò non toglie che quando ci si innamori ci si illuda che possa essere per sempre, ed è un illusione condivisa da entrambi i membri della coppia.

La relazione di amore in una coppia é uno dei legami principali in cui diamo forma, ma mettiamo anche a rischio, la nostra fiducia nel mondo e in noi stessi. Il legame di coppia può rappresentare, nel modo più puro e acceso, il desiderio di eternità e di sicurezza di una persona, l’esigenza di superare i limiti e l’indeterminatezza della vita presente, la contingenza delle cose. Perciò il tradimento nella coppia rappresenta il modo esemplare, lo scetticismo nei confronti della nostra identità e del mondo esterno. La precarietà delle relazioni, dei sentimenti e degli eventi che ci hanno condotto dove siamo.

.Al di là di chi è il traditore e  di chi è il tradito il tradimento coinvolge la relazione in sè, vale a dire  il Noi, oltre all’ Io ed il Tu. Quindi entrambi i partner, seppur con modalità diverse, sono coinvolti nella genesi della situazione  extraconiugale. L’esistenza di quest’ultima è segno di un malessere della  coppia, di un malessere del Noi

Il significato originario della parola tradimento viene dal latino tradere, equivalente in italiano a consegnare, inteso nel significato di consegnare ai nemici. Ed infatti, il tradimento consegna la parte del noi che l’altro ha investito nella relazione, ad un altra persona. Il noi privato della presenza dell’altro, è come se di colpo si disintegrasse lasciando soli l’Io ed il Tu

L’esperienza del tradimento tende ad attraversare quattro fasi diverse: quella iniziale e finale, variabili a seconde delle situazioni, e le due intermedie comuni ad ogni esperienza di tradimento. Le varie fasi non sono da intendersi nettamente separate fra esse, ma spesso si sovvappongono. La loro successione temporale rimane quella che di seguito descriverò.

La prima fase è quella della genesi del tradimento: come questo matura, le possibili cause, i segnali anticipatori. Per quanto riguarda le possibili cause rimando all’ articolo collegato . In questa sede accenno ai segnali anticipatori, che sono sempre presenti. 

Generalmente ci sono delle differenze tra uomini e donne nello svolgersi  della relazione extraconiugale. Le donne legano il tradimento ad un  coinvolgimento emotivo e amoroso,  ad un’insoddisfazione nel matrimonio e hanno più difficoltà a viverlo clandestinamente, anche se tendono  a “nasconderlo” meglio. Gli uomini al contrario, lo legano di più al piacere  sessuale e non iniziano una relazione  extraconiugale per motivi di  insoddisfazione rispetto al coniuge, non hanno grandi difficoltà a viverla clandestinamente, anzi ciò aumenta il piacere della relazione, anche se sono  meno “accorti” nel nascondere. 

Il tradimento segue un percorso di sviluppo, passa da una fase in cui ci  sono nella coppia problemi non discussi o non risolti e i coniugi si sentono  in rotta, a quella in cui si sviluppa il vero tradimento, la situazione in  cui il coniuge insoddisfatto scivola nella relazione extraconiugale. In questo stadio l’infedele nega e l’altro cerca di ignorare i segni della  relazione. 
Altro passo importante è la rivelazione, che rappresenta il momento più drammatico,  perché rappresenta uno spartiacque fra un prima e dopo nella storia della coppia e del matrimonio. 
La rivelazione porta alla crisi del matrimonio, il coniuge è ossessionato  dal problema, a questo punto critico è presa la decisione della rottura o di  tentare attraverso il perdono una riconciliazione. 

All’inizio del tradimento c’è una sorta di regressione ‘adolescenziale’. Lo schema sentimentale ricorda appunto quell’età caratterizzata da amori fortemente passionali accompagnati da un turbinio d’emozioni. Ma a differenza di quegli amori, questa volta ci saranno conseguenze per lo più imprevedibili, ma ci si sorvola su quest’ultime, si preferisce non vedere. Il tradimento mantiene sempre la relazione “tre metri sopra il cielo” perchè  non presenta  i litigi, la quotidianità , le preoccupazioni tipiche del  matrimonio. Anche, se col tempo, può divenire fonte di forte ansia per  conciliare tempi e luoghi da dedicare a due relazioni diverse. 

La durata del tradimento è indefinita, da pochi giorni a diversi anni. Ma quanto dura a lungo o termina il matrimonio o la relazione diventa quasi un matrimonio ‘parallelo’. Per quanto riguarda la scoperta del tradimento, a  volte avviene per “confessione”, talvolta gli amici lo dicono al  coniuge, più spesso il coniuge trova un indizio, come un sms, uno scontrino  o altro tale da destare fondati sospetti.

Se un tradimento viene perdonato, spesso si tratta di un perdono incompiuto, vale a dire si crede di aver perdonato ma invece la ferita è ancora ben viva. In questi casi si perdona soprattutto per la paura della perdita dell’altro, anche se ha tradito. Ma il tradimento finisce per rappresentare uno spartiacque fra un prima ed un dopo della coppia. Ci si accorege che l’eventuale crisi è peggiorata, che non c’è più la stessa intimità, che non si può ritornare al “prima” col colpo di spugna del perdono. Anche il perdono di un tradimento richiede una sua elaborazione, come un lutto.

Di seguito una significativa testimonianza con “commento” di un altra testimonianza.

Non ha importanza quanti anni ho, voglio solo dare la mia personale testimonianza sul tema del tradimento.

Ho tradito un marito “perfetto”. Ho vissuto il mio tradimento come un “forte” sentimento.

Ho conosciuto l’ “altro” senza cercarlo e senza volerlo, e non importa neanche come e dove. L’ho conosciuto, semplicemente, per caso, per una serie di circostanze fortuite, e sono caduta nel suo abbraccio.

Ma quelle non è un’abbraccio che ti ospita e ti desidera, non lo hai cercato e non ti ha cercato, semplicemente ci cadi dentro e non vuoi vedere. Non vuoi vedere perché il tuo cuore non deve vedere quello che piace al tuo corpo. Perché a volte è bello lasciare il possesso della volontà solo al tuo corpo, spegnere il cuore, gioire di sensazioni fisiche, vibrare di pienezza e di appagamento fisico, perdersi e liberarsi, gridare al tuo corpo che ti fa stare bene.

Poi, passato quel momento, ritorni a vedere e non ti ritrovi, ricordi quel che c’è stato, ma non essendo collegato al cuore ti manca il senso di quello che è stato e vuoi solo andare via. Saluti e vai via. E non rimane segno, perché sai che la tua felicità passa da altre braccia.

Quando invece il tradimento è un forte sentimento che colpisce il cuore, ne diventi schiava.

Quando dell’altro rimane il segno, i suoi occhi, i suoi lineamenti, i suoi movimenti, la sua voce non ti liberi più di tutto questo. Puoi scollegare il corpo dal cuore, il tuo corpo può continuare come un burattino a rimanere lì, obbligato dagli impegni presi, ma il cuore vola di là. La forza del sentimento fa sì che vicini o lontani, presenti o assenti, il filo del legame sia sempre ben teso e vibri continuamente. Desideri l’altro, respiri l’altro, vivi l’altro e perdi la pace. E in casa ti senti sola. Senti d’impazzire. Vorresti non aver mai conosciuto l’ “altro”.

Commento anonimo . A tutti capita di tradire. A volte si tradisce col corpo, a volte con la mente.

Io ho tradito con la mente eppure non mi sento meno colpevole. Ho tradito la fiducia di una persona che aveva stima di me, che mi vuol bene anche se tra noi non c’è un rapporto stabilito e certificato. Eppure fa male, tanto, più che all’altro che si è sentito tradito. Ho tradito le sue parole, la sua confidenza. Il rapporto di amicizia-amore che era germogliato. Ho sopravvalutato me stessa e gli altri.

Sono stata tradita nella mia vita, ma non mi è mai capitato di tradire. Forse perché mi sentivo al di sopra di questo. A volte tradire serve, serve per ritornare sulla terra, per capire che si è soltanto degli esseri umani che possono sbagliare.

Ti senti senza certezze quando tradisci, perché è soprattutto tradire ciò in cui credi. Eppure è un bene anche questo, è un bene perché ridimensiona te stesso e il tuo rapporto con gli altri esseri umani. Nessuno può dire di non poter tradire, tutti, in circostanze diverse possiamo essere tentati di tradire ciò in cui crediamo. La vera sfida è andare oltre. È perdonare il passo falso che coscientemente o inconsciamente abbiamo fatto, così come dovremmo fare quando ci capita di subirlo un tradimento, imparare a vedere la luce e l’oscurità che ci appartiene, senza giudicare. Senza ergerci a giudici inflessibili di noi stessi o degli altri. Forse sia te che io non siamo vittime del caso, delle circostanze, siamo vittime di noi stesse e della paura di voler bene davvero con la responsabilità che questo comporta. Io ci sto provando a perdonarmi, sto provando a prendermi il tempo e a perdonare il tradimento di riflesso che l’altro ha messo in moto. Dovremmo provare a chiederci che cosa ci manca. Dici che tuo marito non meritava il tuo tradimento, forse nessuno merita di essere tradito, ma se accade qualcosa è mancato. Magari è qualcosa che per altri non avrebbe la stessa importanza, ma ognuno deve vedersela con se stesso, con ciò che manca a sé stesso. Usa quest’esperienza per cercare insieme al tuo compagno di ritrovare insieme le emozioni di un tempo e vai a cercare i motivi che ti hanno spinto. Io i miei li ho compresi: ero così spaventata, che, finalmente l’amicizia stava prendendo i binari di un vero amore, che l’ho messa a repentaglio, come se dovessi metterla alla prova o come se volessi provare a me stessa che l’amore non esiste. Che nessuno è in grado di amarmi senza farmi del male. Un abbraccio.

Dott. Roberto Cavaliere Psicologo, Psicoterapeuta

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